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FILOSOFIA DELL’ AGRICOLTURA MODERNA 1° PARTE: I PREPARATI BIODINAMICI - HELLMUT FINSTERLIN

Finsterlinn con questo primo volume ci ha donato l’essenza della sua lunga e ricca esperienza personale nel'ambito dei preparati biodinamici.

Pag.  223

Editore:  AGRI.BIO EDIZIONI

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FILOSOFIA DELL’ AGRICOLTURA MODERNA 1° PARTE: I PREPARATI BIODINAMICI - HELLMUT FINSTERLIN

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Hellmut Finsterlin con questo primo  volume ci ha donato l’essenza della sua lunga e ricca esperienza personale nell’ambito dei preparati  biodinamici. Tutto il testo è una analisi approfondita e geniale del corso di Kobertwitz  non solo teorica e pratica ma altamente illuminante e propositiva per chi voglia impegnarsi in  uno studio personale applicato alla pratica. Per esempio, già solo l’idea di allestire un  cornoletame specifico per terreni silicei, argillosi o calcarei con l’aggiunta di specifici elementi è una  cosa che  desta stupore, però rileggendo una frase di Hugo  Erbe  che diceva “L’agricoltore imparerà a cercare e trovare dei preparati individuali, creati da lui. Ciò non sembra tanto una possibilità, quanto piuttosto una certezza di apprendimento individuale. … Nella mia modestia mi permetto di annunciare che su questa strada si possono avere degli sviluppi completamente nuovi per quanto concerne la conoscenza delle sostanze”   e si capisce chiaramente che l’agricoltura  biodinamica  deve sempre essere dinamica e mai ferma e statica! Proprio per questo motivo questo primo volume della “Moderna Filosofia dell’Agricoltura” è veramente una grande miniera di idee e di esperienze  per ravvivare e consapevolizzare l’agricoltore partendo da uno studio approfondito sulle sostanze dei preparati biodinamici. Una altra cosa che mi permetto di far notare è questa: “Occorre sottolineare che quando Steiner parla di pianeti sopra-solari  e pianeti sotto-solari, non si riferisce precisamente a quei corpi celesti. Ciò si evince chiaramente dai suoi scritti. Egli si riferisce agli spazi siderali che tali pianeti occupano e percorrono. … Una cosa essenziale che dobbiamo fare  è quella di cambiare  i binari dei nostri pensieri  ed aprirli a concetti antroposofici, se vogliamo capire meglio Il Corso!” Questo passo dell’autore è fondamentale: si può benissimo fare l’agricoltura biodinamica “statica” usando i preparati ma si può ed oggi direi, si deve, comprendere le peculiarità di quella Natura  e di cosa ci sta dietro e dentro che W. Goethe  chiamava  “un mistero svelato”. Questo studio delle sostanze  della Natura attraverso una forma antroposofica è una fiamma di coscienza che Hellmut Finsterlin ci rivela con forza ed a voce alta e chiara! Come Hugo Erbe, l’autore era considerato un “eretico pericoloso” perché aveva la volontà, la forza ed il coraggio di dire cosa pensava senza paura o deferenze verso le già allora vecchie e incartapecorite istituzioni che si richiamano alla “biodinamica da museo” che non si rende conto delle sue estreme limitazioni umane, godendo ed accontentandosi, nel loro misero piccolo, dell’autocompiacimento, perché purtroppo una delle caratteristiche umane è quella di avere bisogno di lunghi periodi di tempo  per poter lavorare su se stesso ed oggi non possiamo più permetterci  il lusso di sprecare tempo. Sentite cosa dice ancora nel libro:“L’agricoltore deve imparare  a non prestare attenzione solo agli esseri che ha sotto di sé, ma deve farlo anche attraverso i suoi pari, come ad esempio gli spiriti delle anime di gruppo, gli spiriti dei regni elementari, ed anche tutto quanto è sopra essi! L’agricoltore deve separarsi dalle favole che gli vengono raccontate e tendere al divino!”

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