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LO SPIRITO DEL GRANO - I CUSTODI DELLA TERRA

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Un’inchiesta per ricostruire le vite dei “ribelli del consumismo e dell’agricoltura convenzionale”, un viaggio da nord a sud, lungo un’Italia che non si arrende, tra luoghi e persone che ancora incarnano “Lo spirito del grano”.
Da un’idea di Isidoro Colluto con la regia di Donato Nuzzo e il montaggio e la collaborazione di Fulvio Rifuggio, “Lo spirito del grano” è il nuovo lavoro della Mexapya Production, casa di produzione salentina che ha già all’attivo tre documentari di successo concentrati sulle tematiche dell’abbandono delle terre, dell’emigrazione in Svizzera nel Novecento, della vicenda degli operai dell’Eternit colpiti da neoplasie.
Il nuovo documentario ha come filo conduttore il grano e raccoglie le testimonianze di Eugenio Pol, panetterie “autentico” con una nuova vita in Valsesia; di Ivo Bertaina, da anni alle prese con l’agricoltura biodinamica e presidente di Agri.Bio.Piemonte; di Renzo Sobrino, mugnaio presso il mulino ottocentesco di La Morra (Cuneo); della famiglia Girolomoni, pioniera del biologico e del riscatto dei contadini a Isola del Piano (Pesaro - Urbino); di Giuseppe Lirosi, che ha riscoperto i grani antichi siciliani con Terre e Tradizioni a Raddusa (Catania); di Giacomo Santoleri, che produce olive, cereali e saperi nel Casino di Caprafico, sulla Majella.
«Con questo nuovo lavoro – dice Isidoro Colluto – vogliamo invitare le persone a riflettere e a conversare su valori ormai, purtroppo, poco centrali. Lo spirito del grano è la spiegazione mitica del mistero contenuto nel continuo rinnovarsi della vita: dai semi del grano vecchio (che muore) nascerà il nuovo raccolto. E la nascita del grano, e quindi del cibo, fonte principale e quasi unica di sostentamento per i contadini, non era certo un fatto secondario. Giustificava attenzioni particolari, sacrifici propiziatori rituali, in alcuni casi anche umani, poi trasformati in rappresentazioni allegoriche».
«Il documentario è un percorso di esperienze sulla terra – aggiunge il regista Donato Nuzzo – ed è un’esplorazione intima nelle vite fuori dal coro, fondate su valori oggi fuori moda. Un’inchiesta, insomma, sul senso diverso di concepire il rapporto con la natura, con il cibo, con la comunità».

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